La Psicologia Positiva è un nuovo approccio che si occupa di capire come le persone felici e soddisfatte fanno quel che fanno e vivono la loro vita, e se è possibile imparare e farlo anche noi.

Solitamente siamo abituati a rappresentare i vari fenomeni psicologici sulla base di un cattivo funzionamento e di tutto ciò che è problematico, ricercando strategie di correzione e contenimento. Se provassimo a cambiare prospettiva? Se osservassimo il tutto dal versante opposto, ovvero cosa ci fa stare bene? di quali comportamenti, atteggiamenti, pensieri si nutre la felicità?

L’approccio

Come detto nel primo paragrafo, la Psicologia Positiva è un nuovo approccio che si occupa di capire come fanno alcune persone ad essere felici e soddisfatte e come possiamo farlo noi.

Questo non equivale a dire che se abbiamo un problema non dobbiamo affrontarlo e cercare di superarlo, piuttosto è il caso di considerare questo approccio se ci troviamo in una condizione di stallo, ovvero pur non vivendo una difficoltà specifica, non ci sentiamo nemmeno pienamente soddisfatti finendo per non dare senso e scopo a quello che facciamo.

La Felicità

La Psicologia Positiva ci dice che esistono due tipi di Felicità:

  1. la felicità come piacere (principio edonico, dal greco edoné, piacere)
  2. la felicità come autorealizzazione (principio eudemonico, dal greco eu-, buono, e -daimon, lo “spirito-coscienza” interiore, sviluppo del proprio potenziale autentico).

Di conseguenza avremo due categorie di comportamenti che ci porteranno a raggiungere un certo tipo di felicità:

  • tutte quelle attività, situazioni o stimoli che generano sensazioni, emozioni e stati d’animo piacevoli. Ad esempio mangiare il proprio cibo preferito, passare bei momenti con i propri cari, godersi un bel panorama… ecc.;
  • tutte quelle esperienze che chiamano in campo le nostre risorse per convogliarle coerentemente verso lo sviluppo di sé stessi e del proprio potenziale. Ad esempio studiare per apprendere qualcosa di nuovo e/o conseguire un nuovo titolo/abilitazione, imparare un hobby complesso come suonare uno strumento musicale; oppure sviluppare una nuova capacità come parlare una differente lingua straniera.. ecc..

Quindi meglio un uovo oggi o una gallina domani?

La risposta della Psicologia positiva è che la felicità e il benessere profondo vengono sperimentati maggiormente proprio nel perseguire l’approccio “eudemonico”, quello cioè che ti spinge a conoscere e ti permette ed aiuta ad esprimere il meglio di te. D’altronde se seguiamo solo sensazioni piacevoli difficilmente avremo una soddisfazione duratura, proprio perché esse durano poco e la loro percezione appare molto variabile.

Ciò non significa che le sensazioni piacevoli sono “sbagliate”, l’importante è dare loro il giusto peso e adeguare di conseguenza le nostre aspettative, senza fondare la nostra felicità sulla ricerca compulsiva di una sequenza di sensazioni piacevoli…

L’importanza degli obiettivi

Invece le persone maggiormente e profondamente felici sembrano essere quelle che perseguono un loro obiettivo importante e significativo, la cui soddisfazione generata è molto più duratura e profonda perché si fonda su ulteriori apprendimenti trasversali e inaspettati come per esempio:

  • superare e andare oltre la frustrazione dei primi errori,
  • imparare a posticipare la soddisfazione (sviluppando così nuove capacità e una diversa libertà nei confronti delle proprie emozioni),
  • scoprire il piacere di scoprire cose nuove,
  • imparare a leggere nuovi mondi (suoni o colori) e comprendere e interpretare a nuovi livelli quelli altrui,
  • ascoltare, esprimere e comunicare il proprio sé.