Possiamo immaginare di poter utilizzare, quello che comunemente viene definito come un problema, come una risorsa? Si può attribuire all’ansia una funzione strategica?

A partire dall’esperienza clinica gli stati ansiosi sono altamente diffusi al giorno d’oggi. Sembrano tipici di un’ epoca in cui si chiede tanto a noi stessi ed alle persone che sono attorno a noi.

Viviamo spesso immersi in un mare di impegni, di doveri, corriamo contro il tempo sottoponendo a ritmi estenuanti il nostro corpo e la nostra mente. A questo punto il nostro corpo ci lancia dei segnali. Talvolta è possibile agire in maniera tale da operare dei cambiamenti nelle risposte involontarie del nostro corpo, altre volte sembra difficile se non impossibile. Impossibile perché per alcuni quella modalità d’essere è quasi parte della natura stessa della persona. Perché ci ha sempre convissuto, perché quel substrato emotivo è una reazione istintuale ad un processo di sopravvivenza.

Cosa è possibile fare?

Allora è possibile fare in modo che un limite apparente possa diventare una risorsa quindi un’opportunità, magari creativa? Lo psichiatra Rollo May ci dice che l’ansia ha uno scopo protettivo, come per gli uomini primitivi e gli animali, quando dovevano salvarsi dai pericoli, quindi è parte della vita stessa. Definisce la sensibilità personale alla percezione degli stimoli nuovi, cosa che rende le persone responsabili, dotate di grande autocontrollo.

Certo l’esperienza soggettiva dell’ansia varia a seconda di come si percepisca uno stato di attivazione fisiologico: per alcuni può essere di “eccitazione” per altri di “allarme”.

La modalità con cui si gestisce l’ansia dipende da tanti fattori, personali, sociali, culturali, ma soprattutto dal grado di autoconsapevolezza.

Lo psicologo Steven Pinker dice che il saper governare l’ansia dipende dall’intelligenza. Cioè dalla capacità di considerare lo stato ansioso come “un problema da risolvere”. In realtà l’ansia induce il nostro corpo a secernere adrenalina che aumenta la concentrazione, la capacità di controllo e riduce gli errori. Inoltre gli ansiosi anticipano i problemi e si preparano ad affrontarli, colgono prima di altri le minacce e imparano dagli errori.

La prima cosa da fare è capire in che tipo di stato ansioso ci si trova, affinché si possa acquisire una giusta consapevolezza del proprio stato e attivare le giuste risorse per trasformare un problema in un’opportunità.