Il rapporto tra bambini e tecnologia è uno dei temi più controversi dei nostri tempi, tanto da definire posizioni molto diverse tra loro. È opportuno allora chiedersi se esiste un tempo adeguato di esposizione agli schermi e come gestire il tempo restante del gioco. Questo articolo vuole fare chiarezza su questo tema rapportandolo ad un’età adeguata all’utilizzo degli strumenti digitali. Resta chiaro che l’uso delle apparecchiature non è mai raccomandato nei primi anni di vita, periodo in cui si strutturano le competenze comunicative e motorie.   

Tempi di esposizione per grandi e piccoli

Una delle lamentele più comuni che si sente da parte dei genitori è che i loro figli trascorrono troppo tempo davanti agli schermi. Nel 2016 gli adulti spendevano in media 9,5 ore al giorno davanti ad uno schermo, di cui quasi 8 ore non erano correlate alle attività lavorative. Gli studi più recenti di Common Sense Media indicano che i pre-adolescenti stanno spendendo 6 ore al giorno davanti a uno schermo e gli adolescenti 9 ore (sebbene queste cifre non includano il tempo di visualizzazione relativo al lavoro scolastico). Mentre la maggior parte dei genitori, dei pediatri e degli psicologi concordano sul fatto che questo è assolutamente eccessivo, è importante tenere presente che tutti noi stiamo facendo fatica a gestire il tempo di esposizione davanti allo schermo. Diversamente c’è poco consenso su quanto tempo di utilizzo dovrebbe essere consentito ai bambini ogni giorno.

Come viene speso questo tempo da pre-adolescenti e adolescenti?

Parte del tempo usato da parte degli adolescenti si sviluppa ascoltando musica e leggendo (circa 140 minuti). La maggior parte del tempo è dedicato alla visione di TV, DVD e video (circa 2,5 ore). I pre-adolescenti trascorrono poco meno di un’ora e mezza a giocare ai videogiochi, mentre i ragazzi trascorrono quasi lo stesso tempo sui social media.

Quale il limite di tempo?

Esiste allora un limite di tempo da considerare ed eventuali benefici connessi alle attività che si svolgono davanti ad uno schermo? Queste attività tecnologiche devono essere percepite necessariamente come alternative ad escludenti altre attività?

Andrew Przybylski, uno psicologo dell’Università di Oxford, in Inghilterra, ha scoperto che giocare per tre o più ore ai videogiochi al giorno ha portato a un aumento dei livelli di disagio psicologico, bassi livelli di comportamento pro-sociale e soddisfazione della vita rispetto a giocare per un’ora al giorno. Mentre i bambini che giocavano da una a tre ore al giorno non mostravano alcun beneficio o danno percepibile dal loro game-play.

Przybylski ipotizza che i bambini più sani siano quelli che traggono vantaggio dall’avere le opportunità sociali e le sfide cognitive del video-gioco, pur avendo tempo per altre attività. Un’ora al giorno di gioco davanti ad uno schermo, è quello che molti psicologi chiamano gioco digitale. Il gioco digitale è un’attività fondamentale per i bambini e può aiutarli a costruire la memoria di lavoro, a pianificare le competenze e altre funzioni esecutive. Ma se tutti i bambini scelgono di impegnarsi solo nel gioco digitale, trascureranno altre forme di gioco e perderanno molti dei benefici del gioco sociale, fisico, creativo e non strutturato.

Il tempo variato dei giochi

Si può considerare quindi una semplice premessa: come per la maggior parte degli aspetti del comportamento umano, è più salutare bilanciare i comportamenti e alternarli tra loro. Il tempo passato davanti allo schermo, deve essere bilanciato con il tempo “senza schermo”. Il raggiungimento di questo equilibrio richiede ciò che si può chiamare “Play Diet “, che include giochi sociali, fisici, creativi, non strutturati e digitali (ed è altrettanto importante per gli adulti quanto lo è per i bambini, comunque). Ci sono molti benefici del gioco digitale per i bambini, tuttavia quantità eccessive sono problematiche in termini di salute fisica, sociale ed emotiva. Allo stesso tempo, nel mondo di oggi, limitare eccessivamente il tempo del gioco davanti allo schermo, può tenere i bambini fuori dai circuiti di comunicazione, limitare il loro apprendimento, e tenerli lontani da attività che potrebbero essere un arricchimento o uno stimolo creativo.

Le linee guida

Tenendo presente l’idea di mantenere un buon equilibrio, ecco delle linee guida a cui far riferimento:

  1. Considera un’ora al giorno di tempo di gioco digitale basato sull’intrattenimento. Ricorda, però, che questa ora non include il tempo trascorso su uno schermo per ascoltare musica, leggere o fare attività produttive, creative e scolastiche.
  2. Considera sempre l’età di tuo figlio e il contenuto dei media digitali. Anche un’ora al giorno può essere dannosa se tuo figlio la spende in contenuti inappropriati per l’età.
  3. Coltiva gli altri interessi di tuo figlio non basati sulla tecnologia. Più tempo passa il bambino a svolgere attività come sport, andare a lezione di ballo, giocare fuori, meno tempo avrà da spendere davanti ad uno schermo.
  4. Presta attenzione al il tempo passato davanti allo schermo, se è più di tre ore al giorno allora affrontalo tempestivamente e seriamente. Assicurati che il tuo bambino capisca che guardare qualche altro video una volta ogni tanto può andare bene, ma non passare tutto il giorno incollati allo schermo.
  5. Guarda come sta il tuo bambino nel complesso. Se il tuo bambino sta facendo bene a scuola, socialmente ed emotivamente, allora probabilmente non c’è la necessità di limitare drasticamente il tempo davanti allo schermo.
  6. Metti giù i tuoi dispositivi! I bambini imparano molto più con l’esempio che con i moniti, e se c’è una cosa che tutti i bambini odiano (specialmente gli adolescenti ), è quando gli viene detto: “Fai come dico, non come faccio io”.
  7. Concentrati maggiormente sull’incoraggiare le attività non basate sulla tecnologia, piuttosto che sulla limitazione del tempo di visualizzazione. Nel mondo digitale ci vuole uno sforzo maggiore per rendere le altre attività più attraenti di quelle tecnologiche. Tuttavia, se ti prendi davvero il tempo per condividere tutte le attività e gli interessi del “mondo reale” che hai amato da bambino (o che ami ora) con il tuo bambino, è probabile che finiranno per piacere anche a lui.